martedì 22 marzo 2016

Morte e vita… visitate e benedette da Dio

 

Se penso alla Pasqua, alla notte di Pasqua dove il fuoco santo "consuma" la cenere che è stata "imposta" su di noi 40 giorni prima, penso a Dio ed a come Lui possa dare vita dove davvero non c'è vita…

Cosa c'è di più "morto" della cenere, impalpabile, senza sapore, senza calore, basta un leggero soffio di vento per disperderla e non essere più ritrovata, eppure Dio può ritrasformarla in un FUOCO NUOVO.

Nulla di già visto, qualcosa di nuovo.

A noi che spesso viviamo di "cocci spezzati"; alla ricerca continua e a volte compulsiva di risistemare "le cose" alla meno peggio, Dio che invece ci dice che fare "cose nuove" e nuove tutte le cose!

Qui in Sud Sudan, i cocci sono davvero spezzati, e si tenta e ritenta di incollarli, ma senza alcun successo, perché un nuovo coccio si spezza e si ricomincia da capo. Un "da capo" che è pesantissimo e che impantana come le strade (?!?!) qui durante la stagione delle piogge, un pantano così forte che la Jeep a quattro ruote motrici si ritrova letteralmente incollata al suolo, e se ti avvicini, per tentare di fare qualcosa, questo pantano blocca pure te, e sei condannato a rimanere li, impantanato anche tu… solo una fune, qualcosa che per salvarti scegliendo un' "altra strada", "il cielo", può liberarti e liberare…

Ecco la mia pasqua quest'anno, in un paese totalmente "impantanato", il Sud Sudan, un paese, dove gli aiuti arrivano e ne arrivano tanti… e "si impantano" anche loro, divorati dal fango dell' avidità del potere e del disinteresse assoluto verso chi soffre… da "bambini" viziati e prepotenti piene di stellette che sanno dire solo "mio, tutto mio…",dove tutto ciò che è tuo… deve diventare mio e lo diventa! "Bambini" che non vedono persone, ma cose da avere… per accumulare…

Un paese impantanato che aspetta una salvezza nuova, attraverso una via nuova, un paese abituato a guardare in basso e incapace di guardare in alto…

Eppure la Salvezza viene donata, anzi la salvezza è già lì, in attesa di essere conosciuta e presa come quella fune...

Una cara amica mi chiedeva tempo fa come potessi credere nonostante la tanta sofferenza che vedo, come potessi vedere Dio lì…

La risposta a questa domanda che io nemmeno mi ero fatto, me la ha data un pomeriggio al campo rifugiati una donna Nuer, il genio femminile non ha tribù ;-) ed capace di vedere attraverso, e oltre, di intuire.

Ma cos'è il campo rifugiati per me?

Camminare fra le tende al campo (noi siamo gli unici bianchi che camminiamo fra le tende) per me è sempre una esperienza di vita… nonostante la morte che si vede e in alcune tende si sente anche nell'odore acre e stantio della malattia…

Quando si cammina in mezzo a quelle "tende infuocate" dal sole, in quel campo senza alberi, senza ombra, senza riparo, senza respiro… si sentono le grida dei bambini che avvisano "i grandi" della mia presenza, perché un "kawaii" (un bianco) come dicono i Nuer, viene sempre annunciato e no passa inosservato.

Bambini che qualche mese fa quando mi vedevano passare tra loro gridavano… "kawaii… kawaii…" ora intanti gridano… "abuna ( padre)… abuna" e alcuni… "abuna Marco …Abuna Marco…" bambini che ora mi riconoscono… e anche adulti… adulti che si presentano dicendoti, tu non mi conosci io so chi sei!

Bambini che mi corrono dietro, addosso… per salutarmi dandomi la mano destra, e poi dopo li vedi guardarsi e toccarsi la mano per vedere se toccandola mano di un kawaii gli è rimasto "attaccato qualcosa" e poi vederli ritornare… ritoccarti, sorridere… e rimane… una folla che mi segue, mentre i catechisti tentano invano di allontanarli, perché "i bambini sono bambini" e devono stare lontano dagli adulti, non possono "disturbare" gli adulti… quanto mi ricorda la fatica inutile dei discepoli di proteggere chi non vuole farsi proteggere…

Se questa è la "folla che mi segue" poi dentro le tende che visito… cala il silenzio, i toni spesso sono mesti, gli odori sono forti, il caldo toglie il respiro…

Dentro quelle tende dove accadono i miracoli perchè Dio tocca la loro carne attraverso le mani di un sacerdote… al di là delle guarigioni visibili o no. Perché dove l'uomo viene toccato con amore… sempre viene guarito, perché viene visitato… e amato, non lasciato solo nel suo dolore…

Come ha fatto Gesù nel suo tragitto verso il calvario, un tragitto vissuto in comunione con chi è condannato, non per sua scelta, a vivere "il calvario", una vicinanza estrema, fino alla condivisione anche della morte più cruenta e denigrante… la croce, chiamata a diventare… l'amore eterno presente di Dio dovunque!

Camminando, passando in mezzo alle tende, salutando, benedicendo… una donna mi ha visto… mi ha aspettato e mi ha detto: "Ho letto nella bibbia che Gesù passava e benediceva tutti ed è quello che tu stai facendo… per me sei come Gesù, ti devo parlare…"

Dove è Gesù in mezzo al dolore, alla morte?

Gesù è li nell'uomo che passa accanto facendo le cose che faceva Gesù, non solo in me, non solo in un sacerdote, ma in ogni uomo.

Penso che la domanda da fare è non tanto dove è Gesù nel dolore, nella sofferenza, ma: dove sono "io", dove è l'uomo e che cosa fa l'uomo nel dolore e nella sofferenza sua o altrui? Cammina, tocca, chi è nel dolore? Si lascia visitare e toccare quando soffre?

Oppure invece che camminare scappa? Invece che farsi visitare chiude la porta?

Ancora una volta la Pasqua si "avvicina" al Natale… "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo... Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome" (Gv 1,9-12)

A noi la scelta di accoglierLo nella nostra vita, a noi la scelta nella nostra morte di lasciarci vedere, guardare e toccare da Lui, per ricevere la vita nuova della Pasqua, ed essere abitati dalla Sua Pasqua per essere sua presenza nel mondo facendo ciò che Lui ha fatto, passare benedicendo tutti…

Vivendo una benedizione che compromette, che "sporca" un po', come la corda lanciata nel fango per liberare chi è impantanato nella morte, una corda che parla di cielo… una corda che si sporca per amare e per liberare.

Chi ama necessariamente si compromette e si "sporca", un fango che viene impastato della luce della presenza e dalla misericordia di Dio e che genera nuove creature, uomini e donne nuove capaci da lasciarsi guardare e visitare da Dio per guardare con i Suoi occhi e toccare con le Sue mani i Suoi figli nostri fratelli e sorelle.

Una santa Pasqua dove la morte visitata, vista e toccata dalla misericordiosa presenza di Dio diventa vita NUOVA!!

Abuna Marco

 

PS: In queste due foto la morte e la vita sono state visitate… perché se è vero che la morte viene visitata e toccata dalla presenza di Dio, è anche vero la vita per "rimanere in vita" deve essere nutrita dal dono della gratitudine, che rende attuale e viva la presenza di Dio.

Una foto credo sia abbastanza eloquente e non servono commenti, nell'altra invece ci sono io insieme ad Elizabeth e alla piccola Marie Clare. Questa è la foto della gratitudine per essere state visitate. Marie Clare è la prima bambina alla quale ho dato il nome, così si usa fra i Nuer, è una bambina che ho visitato e benedetto lo scorso anno quando era appena nata, la mamma Elizabeth qualche settimana fa era malata, ma ora, come si vede nella foto è guarita. Una foto che a me dice la bellezza di un incontro "casuale" che lega, perché Marie Clare, nel suo nome, porterà sempre con sé, nel suo nome, il ricordo di un incontro di cui non ha memoria ma che è accaduto…




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mercoledì 24 febbraio 2016

vi dico finalmente un po' che cosa fanno i frati a Juba!

Silenzio dichiarato nel primo post ;-)

Un po' mi conosco, inizio, ma poi mi perdo un po' per strada…

Inoltre i mesi scorsi sono stati mesi impegnativi, sono stato in Italia per alcuni problemi familiari grazie a Dio risolti.

Desideravo, dopo tanto tempo aggiornarvi un po' e dirvi qualcosa della nostra missione e presenza a Juba in Sud Sudan.

Tenterò di dirvi qualcosa di noi, anche se non è per niente semplice.

Di primo acchito direi che qui facciamo tutto,ma può sembrare una affermazione esagerata, allora diciamo che facciamo di tutto un po'… alcune cose del "po' " che facciamo se continuate a leggere… lo scoprirete… ma è solo un po'..molto è ancora nascosto… e "incomprensibile" anche per me che sono qui!!!

Ogni giorno se ne scopre una nuova!!!

Come lo facciamo? Bene? Magari!!! Diciamo "work in progress".

Ma chi siamo?

Questa la so!!!! Siamo una fraternità di cinque frati minori, per ora l'unica presenza francescana maschile in tutto il Sud Sudan "siamo noi" anche se i primi frati minori sono arrivati qui in Sud Sudan nel 1862 e per tanti motivi poi la missione è stata chiusa, sicuramente la vita non era per nulla facile… (se qualche "storico", non ha idee per la tesi… e volesse approfondire questo argomento ci farebbe un piacere immenso… visto che non ci sono studi in merito almeno che noi sappiamo).

Ritorniamo al "chi siamo"… fra Jesus messicano di nascita e Americano di adozione… fra Mario Maltese di nascita e Australiano di adozione, fra Masseo Slovacco, fra Federico romagnolo di nascita e romano di adozione, e io romagnolo di nascita e umbro di adozione…

Una fraternità mista e ben mixata… quasi da barzelletta… c'è un americano, un australiano… un… e si inzia a ridere.

Le cose buone sono tante, si lavora, si prega parecchio e sappiamo che non ci capiamo sempre. Quest'ultima cosa aiuta tanto in fraternità, non si dà per scontato che l'altro abbia capito quello che l'altro voleva dire, ovviamente questo crea anche "difficoltà superabili", a volte desidero fortemente essere capito al volo, o parlare senza pensare troppo al: "ho detto davvero quello che volevo dire?"

Come quando leggo il vangelo nella lingua locale ancora mi chiedo : "sto leggendo lo stesso vangelo del quale ho preparato l'omelia?"

Perché potrei leggere anche la lista della spesa, pensando che sia il Vangelo, io non me ne accorgerei e i parrocchiani, non batterebbero ciglio, perché il rispetto è tanto e per queste cose, dire forse troppo, nessun feedback.

Ma tutti noi sappiamo anche quando sia difficile vivere con persone delle quali capisci la lingua, capisci tutte le parole, ma non capisci che cosa vuole dire davvero, o puoi non sentirti capito o capita.

Noi abbiamola grazia "pesante" che sappiamo che l'altro non ci capisce, quindi in teoria dovrebbero cadere tutte le pretese, in teoria ho detto, ma la realtà è che continuiamo con "work in progress".

Ma qui non si parla mai di difficoltà, solo di "challenges", di sfide.

Cosa facciamo?

Dichiaro subito che farò solo qualche accenno e aggiungerò altro nei prossimi blog… se mi ricordo ;-)

Abbiamo una parrocchia, di quanti abitanti? Chi lo sa? Non esiste anagrafe e tanto meno archivi parrocchiali, questo significa che qui tante persone per lo stato "non esistono", così, semplicemente, non esistono, anche se esistono visto che io le vedo e gli parlo!!!! I documenti di identità, tipo la carta di identità costano tanto e la gente li chiede solo se sono necessari per potere lavorare negli uffici pubblici. Quindi vi lascio pensare altre cose che non esistono come l'assistenza sanitaria, ecc…

Qualcuno potrà pensare: "quindi non si pagano le tasse!"

Esatto è un paese dove non si pagano le tasse, ma, se ti ferma la polizia, devi pagare "un offerta", visto che non viene pagata, o se vai all'ospedale, devi pagare tutto, tutto significa tutto, l'ingresso all'ospedale, i cerotti, la visita, ecc…

A volte l'unico documento è il certificato di battesimo. Un foglio consegnato da un testimone, che è spesso un fratello più grande. Una volta si è capitato il fratello più grande di un anno (?!?!?!?)che ha giurato di ricordarsi il battesimo della sorella che aveva ricevuto appena nata, oppure una dichiarazione a voce nella quale dice che la mamma ha detto che è stato battezzato il tal giorno, nel tal posto, ma non sa l'anno.

Spesso infatti alla domanda: "quanti anni hai?" La risposta è un altra domanda: "tu quanti me ne dai?"

Perché realmente non lo sanno. La scuola inizia quando hai i soldi per pagarla, per esempio, e ci possono essere ventenni in classe con bambini di 7 anni.

Per i certificati di battesimo un po' è colpa dei catechisti… e un po' anche dei sacerdoti, mi ci metto anche io perché qualche mese fa andando a visitare i malati all'ospedale e facendo l'unzione degli infermi ho trovato diversi bambini malati e non battezzati e che quindi non potevano ricevere l'unzione degli infermi perché non battezzati. Come abbiamo risolto questo problema? Ho ascoltato i parrocchiani, vedendoli per la prima volta in vita mia sicuri e organizzati, "che nome date al vostro bambino?" "Come si chiamano i genitori?" "C'è qualcuno che può fare da padrino qui?" ( e si offivano i nostri parrocchiani che non avrebbero mai più visto quella persona… ma per battezzare serviva ed erano orgogliosi di essere padrini o madrine) e poi… "c'è un po' d'acqua?" Per fortuna avevo una bottiglietta con me, e… "Mary io ti battezzo nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo", battesimo fatto!!!! Battesimi fatti… 18 battezzati.

Ecco non si deve fare così, ma lo ho fatto…

Ritorniamo al che cosa facciamo!!!

La nostra parrocchia "Holy Trinity Parish" conta 8 outstations (più quatto cappelle all'interno del campo UN per la protezione dei civili di Juba, 38000 persone che vivono in situazioni non umane, che sono li perché altrimenti sarebbe state uccise durante lo scoppio della guerra civile del dicembre 2013).

Grazie a diversi benefattori e anche al segretariato per le missioni dei frati di Umbria e Sardegna siamo riusciti a costruire alcune cappelle (non dappertutto ancora), nelle quali le comunità cristiane si possono riunire in preghiera al riparo del sole e della pioggia.

L' outstation più lontana dista 75 km dalla parrocchia. Nella stagione secca, quando non piove, ci vogliono "solo" tre ore con la jeep per raggiungerla(strada dissestata!!!!) , oppure come mi è successo durante la stagione delle pioggie semplicemente ritornato indietro perché sulla strada ci sono pozze così profonde che oltre alle quatto ruote motrici della jeep sarebbe servita forse anche una elica dietro tipo airboat… ma la nostra jeep non è full optional.

Opzione deltaplano non è stata accolta… sarebbe un ottimo bersaglio per fare esercitare i bambini e non solo col tiro con l'arco e altro…

Diciamo che la nostra è una pastorale degli inizi, la presenza della chiesa è giovanissima, ha poco più di un centinaio di anni, in più anni di guerra hanno annientato il paese e le persone.

Una chiesa giovane povera di tanto, davvero ,ma potenzialmente ricca…

Per ora è una pastorale all'arembaggio… come avete intuito da qualche accenno… che ho fatto

Ma piena di "challenge" di sfide, così qui si chiamano i problemi, sfide.. e questo cambio di parola, forse aiuta :"quanti problemi hai? Nessuno… ho solo centinaia di sfide!!!" Proviamo a vedere se ci viene più voglia di superare i nostri problemi\sfide!!!!

 

Si corre sulle urgenze, che sono urgenze davvero, un paese pieno di ONG (Organizzazioni Non Governative), che secondo alcuni hanno distrutto il paese rendendolo del tutto dipendente, per altri invece le ONG lo hanno salvato. La verità non la conosce nessuno, ma si sa e si vede che il paese, il Sud Sudan, soffre e la gente soffre. Basta digitare su Google "sud sudan" e vedere che cosa esce!

Parrocchiani che muoiono per "malattia", cioè di fame e per la debolezza poi muoiono di malaria o altro. Parrocchiani che non possono andare all'ospedale da soli, perché troppo lontano, perché non ci sono medicine, perché non ci sono soldi, perché manca competenza. Quando vediamo che la situazione è davvero molto grave allora portiamo noi direttamente la persona all'ospedale a nostro rischio, perché se accadesse qualcosa lungo il viaggio la colpa potrebbe essere attribuita a noi.

Malati che poi vanno seguiti e visitati tutti i giorni per verificare (in ospedale!!!!) se hanno preso le medicine che noi abbiamo comprato e a volte siamo costretti a chiedere all'infermiera : "perché non gli hai dato le medicine?" , sentendosi rispondere che le medicine sono nella borsa sotto il letto, e tu ti chiedi e le chiedi: "ma non ti ho chiesto dove sono"… eppure questa è la risposta… a volte… Uomini e donne che soffrono senza piangere… e mi chiedo fino a quando potranno reggere?

Oppure durante una visita ai malati al campo ONU, puoi scoprire una giovane donna di 39 anni, Marta, con un cancro al seno in stato avanzato,vedere che se viene toccata la ferita sanguina, vedere il suo dolore, cercare di portarla all'ospedale del campo ONU e sentirsi dire dal dottore : "qui in sud Sudan non c'è chemioterapia!".

Io all'inizio avevo pensato di avere capito male,che forse il dottore volesse dire che qui in città a Juba, che è la capitale fra l'altro, non ci fosse un ospedale dove era possibile fare la chemioterapia, e invece accorgersi che il medico si riferiva a tutto il Sud Sudan!

In tutto il Sud Sudan, non c'è possibilità di cura per chi è malato di tumore.

Marta è la zia di quella ragazza con in piedi impastati nel fango che ho condiviso nel post della scorsa Pasqua, quella a sinistra è la capanna di Marta. Marta è morta la scorsa estate. Battezzata, comunicata, e con il conforto di Dio e dei suoi cari.

Facciamo anche molto altro c'è chi insegna all'università , gruppi giovani in parrocchia, predicazione, visita ai carcerati, registrazioni per la radio diocesana… ecc…

Che cosa faccio io?

Vi dico solo alcune cose…

Personalmente Dio mi sta benedicendo e preparando strade belle.

Io sono incaricato in particolare per il PoC (Protection of Civilians) il campo di 38000 persone (ovviamente non tutti cristiani cattolici) che accennavo all'inizio, per ora ho iniziato visitando i malati, benedicendo, amministrando il sacramento dell'unzione degli infermi e insegnando a pregare attraverso l'adorazione eucaristica, chiedendo doni di guarigione, emotiva in particolare, visto che tutti hanno traumi legati alla guerra, gente abitata da rabbia, vendetta, risentimenti, paure, paura anche di toccare un palloncino perche il suo scoppio potrebbe ricordare gli spari che hanno sentito…

E la gioia di vedere che la preghiera "funziona", la testimonianze belle di persone che dicono che prima della preghiera avevo paura a causa di quello che avevo visto, e dopo "qualcosa è cambiato"… senza "effetti speciali" ti dicono… "ora sento che non sono più arrabbiata… " Dio benedice!

E per me una nuova strada bella che si sta aprendo specie in questo anno giubilare della misericordia, è quella di essere il cappellano di un gruppo di preghiera della divina misericordia, stiamo organizzando ritiri e Dio li ha benedetti, e abbiamo diverse idee per il futuro, e per il presente… vi aggiornerò

 

Ps:Purtroppo ma mia connessione non mi permette di inserire più di una foto, per chi può vedere altre foto sul mio profilo FB il modo più veloce ed economico in termini di MB


--
"Dio infatti ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna" Gv 3,16
fra Marco Freddi
Holy Trinity parish
Nyakuron West, Juba, South Sudan
freddimarco.blogspot.com

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lunedì 6 aprile 2015

Una “Pasqua incarnata”… mente corpo e… cuore

Un viaggio lungo… ma se riguardo indietro forse nemmeno tanto lungo,
ma che cosa fa lungo il viaggio? Non solamente il tempo, a volte ci
sono attimi che sembrano eterni, e durano cronometricamente un batter
di ciglia, ma si scrivono e si incidono in modo indelebile dentro di
noi, tanto da non potere mai essere dimenticati, magari rimangono
coperti solo da un po' di polvere o cenere, che il Vento può da un
momento all'altro spazzare via.
Ma finchè questo Vento non ci visita la cenere rimane e copre,
nasconde… e tiene al caldo nella attesa piena di speranza di
riprendere fuoco.
Il biglietto per il mio arrivo a Juba, come ogni biglietto aereo aveva
una data di partenza, un orario di partenza, dei consigli… presentarsi
almeno due ore prima per il check-in, una "gate", un numero di volo,
un check-in, uno scalo… un terminal di arrivo… e un costo… ma non
aveva calcolato che il cuore… ha altri biglietti… altri orari, altre
"gates", altri check-in da fare… altri terminals… altri costi, altri
orari di arrivo, a volte anticipa, a volte ritarda, e a volte non
arriva…
Il mio biglietto diceva che sarei arrivato a Juba il 13 gennaio 2015
alle 11, 15 am terminal 1 (l'unico mi sembra di ricordare).
Sono arrivato il 13 gennaio, il mio corpo è arrivato puntuale, la mia
mente sorvolava Juba e il Sud Sudan da mesi, anzi da anni, aspettando
che i frati arrivassero anche li.
La mia mente come google Earth aveva già visitato Juba ma per poi
riprendere subito il volo, girovagando un po'qua e là, il mio cuore
invece non era ancora partito, credevo di averlo imbarcato con me, ma
arrivato qui mi sono accorto che non c'era, era rimasto a terra, mi sa
che non aveva ancora i "documenti in regola". Per fortuna Qualcuno lo
ha imbarcato, ed è arrivato giovedì 2 aprile, almeno mi sembra, e per
puro dono di Dio in un giorno speciale,
Giovedì santo, giorno tanto bello per noi sacerdoti, e per tutti
spero, giorno nel quale riceviamo il dono dell'Eucarestia, il dono
dell'amore di Dio che in Gesù si abbassa e ci lava e ci bacia i piedi
chiedendo il permesso per amarci… e ci da la possibilità di amare come
Lui, che mistero…
"Scusa ti posso amare?" Dio che chiede un permesso così "assurdo"… chi
di noi non vorrebbe sentirsi amato, ma poi scopriamo quando sia
difficile accogliere un amore così libero e che rende liberi,
difficile da accogliere perché l'amore compromette, compromette
sempre, anche quando lo riceviamo.
Non possiamo essere indifferenti ad un gesto d'amore, non s può, un
giorno porterà comunque frutto.
Possiamo dire anche noi come Pietro di no a Gesù: "no, non farlo, TU
non mi laverai mai i piedi, no mai, non a me!!"
Perché nell'amore c'è sempre un TU davanti a noi, un tu che diventa
spesso un "tutti" e quindi "un nessuno", "nessuno mi laverà mai i
piedi, nessuno si prenderà cura di me…" e chissà dietro queste parole,
quanta "pretesa di intelligenza", "non ho bisogno, ce la faccio, … ma
tu che vuoi… chi sei tu per toccarmi i piedi…ma che ne sai della mia
vita… non ne sono degno, non me lo merito" e chissà quanti altri
"pensieri pazzi" ci abitano per dire di no a Dio… al suo amore
silenzioso, silenzioso come il Suo mettersi in ginocchio e lavare i
piedi, silenzio che viene rotto solo dal suono sommesso del bacio di
chi ha paura di fare rumore e di svegliare la persona che ama, ma che
non può trattenere.
Un gesto che non lascia indifferenti e anche i cuori più induriti (più
delicati e feriti) si sciolgono davanti a qualcuno che chiede il
permesso, si abbassa indifeso, lava i piedi, li asciuga e li bacia.
Giovedì giorno nel quale la Chiesa ricorda anche l'istituzione del
sacerdozio… essere altri Gesù che dicono le Sue parole, che fanno i
suoi gesti, che offrono la propria vita come ha fatto Lui, che amano
"come" Lui ha amato i suoi figli e figlie… un cuore chiamato ad
allargarsi, alla "misura del cuore Gesù".
Un cuore che allargandosi, si allarga , si allarga… si allarga fino a
"squarciarsi" come il velo del tempio durante la morte di Gesù sulla
croce.
L'amore di Dio non può più essere nascosto, deve essere visto, visto
anche con gli occhi del corpo come il cuore di Gesù sulla croce, un
cuore squarciato che restituisce ancora tutto, sangue ed acqua, amore
vita, tutto quello che aveva ricevuto dal Padre lo ridona a noi, a
tutti, sia che siamo vicini sia che siamo lontani, questo non importa…
L'amore di Dio non guarda queste nostre distanze, "spreca", rompe il
vasetto come Maria a Betania, e dove non arriva l'unzione, arriva il
profumo dell'unzione… per chiamarci… in modo più delicato ancora della
parola… ed entrare in noi… perché non possiamo non respirare, noi
possiamo essere lontani… ma non possiamo mai impedire a Lui di farsi
vicino.
L'amore "sprecato", dato con generosità, diventa dono per tutti,
ringraziamento al Padre per il Suo amore e la Sua fedeltà e diventa
dono per tutti, diventa Eucaristia.
La bellezza di quel giovedì santo e la preghiera di tante persone
hanno aperto il cuore di Dio per farmi questo dono preparato e atteso
anche da Lui e il mio cuore è "atterrato" a Juba, ora sta facendo i
controlli ;-)
Un regalo atteso anche da Dio… perché è così, attende anche chi fa il
regalo, quanta preparazione e cura ci mettiamo quando noi facciamo un
regalo a qualcuno che amiamo e quante domande: "gli piacerà, che
faccia farà, che penserà…", sarà così anche per Dio? Io penso di si, i
regali vanno preparati anche quando li fa Dio ;-)
Finalmente il mio cuore è atterrato giovedì santo poi il Triduo santo
lo ho vissuto nella gioia, contemplando il coraggio amante di chi mi
ama nel dolore, un amore che fa attraversare il dolore, che non lo
sorvola, che non fa lo slalom, ma lo attraversa, ci passa in mezzo,
con gli occhi fissi su chi ama, il Padre e noi-me e te, un amore che
si fida della fedeltà amorosa del Padre, il desiderio di mostrare il
Suo amore per i suoi figli, per noi, senza sconti, fino alla fine.
Giovedì santo, venerdì santo, sabato santo, tre giorni o un giorno
solo, dove siamo stati chiamati a contemplare, a stare, per accogliere
un dono, IL DONO, la morte è vinta dalla fedeltà del Padre e dal Suo
amore, una vita che non muore più, non per le nostre forze, non siamo
noi che "ci risorgiamo", noi "siamo stati risorti" da questo amore
fedele ed eterno.
Una Pasqua che non finisce più, perché non dipende da noi… è dono
dell'amore di Dio, una Pasqua che la riceviamo in dono tutte le volte
che ci fidiamo con amore, che attraversiamo le nostre tenebre, che
viviamo la nostra vita credendo che Dio davvero è fedele, che Dio
davvero non si dimentica di noi, che davvero "anche se una madre si
dimenticasse di suo figlio, LUI non si dimenticherò mai di lui, di
noi,di me e di te"… e allora sarà sempre Lui che ci farà risorgere.
A noi che tante volte facciamo lo slalom per "non morire" e che dopo
tanta fatica ci troviamo stanchi, tristi e senza vita, Dio ci chiede
di vivere da risorti, di vivere nella fiducia amorosa che Dio è Padre
e si prende cura davvero di noi, consegnarci a Lui, amare Lui e i
fratelli, e Lui ci farà risorgere, ci farà vivere da risorti, e non ci
farà mancare il Suo sostegno lungo il cammino, la sua misericordia.
Arrivato e atterrato finalmente a Juba, mente corpo e cuore, ora si
apre il cammino per vivere da risorti dove sono e, per ognuno di noi
dove siamo, impastati dalla realtà, con lo sguardo fisso a Lui.
Vi condivido queste tre foto, che a me ricordano la mia Pasqua qui a
Juba, e che cosa è per me la Pasqua perché non deve essere un bel
ricordo… ma un cammino nuovo che si apre, un nuovo modo di vivere.
Queste foto mi sono care, non solo come ricordo di questa mia prima
Pasqua in Sud Sudan, ma come "memoriale" della Pasqua, una foto in
particolare mi ha aperto il cuore ed è entrata in me, è una foto che
ho scattato i giorni scorsi al campo profughi dopo un breve
acquazzone, questa ragazza è per me il volto dell' "incarnazione della
Pasqua", perché la Pasqua deve essere incarnata in una morte se no non
è una vera Pasqua, questi piedi sporchi di fango… impastati con la
realtà e questo sorriso che apre alla bellezza lì dove si trova, una
"vera" Pasqua… piedi che verranno lavati sempre dalla misericordia di
Dio e dal Suo amore fedele.

Una Santà Pasqua a tutti un po' in ritardo… ma la Pasqua… continua… e
già guarda alla Pentecoste… quasi per paura di "perdere la Pasqua"…

mercoledì 25 febbraio 2015

“Ti sei reso conto di dove sei?”

A questa domanda di un mio carissimo frate e padre, anche se si fa chiamare "zio" ho risposto dicendo: "diciamo che mi sto rendendo conto di dove non sono più".
Ce l'ho chiaro, l'ho sempre avuto chiaro nella mente, forse (?!?!?), che lasciare alcuni "luoghi" è difficile… ma… qui si fa l'esperienza nella "carne", si viene scorticati a volte… e non sempre il "taglio" è pulito…
E' difficile lasciare i "luoghi fisici", non solo per le "pietre", ogni luogo infatti "è abitato" da esperienze fatte, cose accadute, persone incontrate, ecco, se è difficile lasciare i luoghi fisici, quanto più è difficile lasciare i "luoghi abitati", le persone, i cammini fatti insieme, le gioie, le vittorie, le lacrime asciugate e versate… i sorrisi. Tutti luoghi benedetti.
Lasciare è un argomento che ritorna… ne avevo già condiviso proprio nella prima pagina di questo blog… , mi autocito, perché fa bene a me ricordare ciò che dico… e ciò che Dio mi ha detto… (anche il sacerdote deve ascoltare le sue parole… Dio parla attraverso di lui anche per lui… se il sacerdote è docile ;-))
Scrivevo così…
"E' chiaro in me che sono in cammino, un cammino fatto di "abbandoni", persone, cose, … prima di partire ho chiesto a Dio, poiché la porta è stretta e voglio passare per questa porta, e voglio dire il mio sì, di prendere nel Tuo cuore, di custodire tutto perché nulla vada perduto, nulla di ciò che ho vissuto… se lo trattenessi io lo perderei, e allora custodiscilo TU!
Perché tutto ciò che ho ricevuto è un dono e di doni ne ho avuti veramente tanti, incalcolabili e immeritati… ma la gratuità di Dio funziona così… e sono contento di avere avuto questi doni immeritati, perché sono tanto belli, tanta amicizie, tanto affetto, tante benedizioni… e tante occasioni per amare e di essere amato. Tanto bene!!!!"

Questo rimane, ma poiché sono in cammino, e non arrivato… si arriverà? Non so… forse mai… ma il cammino è già incontro… e qui ancora mi autocito… nella mia ultima omelia alla Porziuncola poche ora prima di partire (che qualcuno ha registrato senza dirmelo ;-) … grazie per me… mi fa bene…), "seguire Dio è incontrare Dio, e nel seguirlo già stai con Lui… c'è un "subito" che ti dice che devi cambiare qualcosa… non si può seguire il Signore senza fare scelte concrete… quando segui qualcuno, fai un passo dietro l'altro, non arrivi , non arrivi, quanta voglia di arrivare… no, fai un passo. Ma questo passo lo fai con Lui accanto, lo fai già con Lui… il Signore ti chiama ad incontrarlo, già lo incontri mentre cammini, ti sta già accanto, ti sta davanti, solo così possiamo seguirlo… il Signore chiede un taglio…" (fine citazione…)

Il Signore continua a chiedere una maggiore profondità, tagli ancora più profondi, non perché ci sia un male, me lo ridico e lo ridico, non perché ci sia un male, ma perché cresca un bene nuovo, ancora più bello e ancora più duraturo.
Il Signore sempre toglie per ridare in meglio, sempre chiede… pensiamo ad Abramo al quale Dio aveva chiesto di restituirgli il figlio della promessa, Isacco, l'amato e poi non solo non glielo toglie, ma glielo ridona "nuovo, centuplicato"… ma c'è un passaggio obbligato per riavere il dono, una strettoia da attraversare, un salto da fare nella fede… mi fido del Padre che vuole il mio bene, anche se il bene passa per deserti … ma siamo in quaresima… e allora ci stà ;-) Gesù trascorre 40 giorni "solo" nel deserto, solo con bestie selvatiche e angeli… anche noi possiamo sentirci soli… ma siamo "soli con…" apriamo gli occhi!!!!
In questi giorni per me, Dio chiede ancora questo, non un passo nella fede, ma un salto nella fede… attraversare un fiume senza che io veda il ponte e credendo che il ponte c'è… (riguardatevi credo il primo Indiana Jones… ll salto nella fede… un ponte che non si vede, ma c'è)… a volte la vita di fede non è fatta solo di passi, di fedeltà quotidiana, pur tanto difficile, ma anche di salti…
L'aiuto che mi è stato dato mi è venuto dal Vangelo di Giovanni al capitolo 17, un capitolo stupendo che vale la pena leggerlo tutto, lì Gesù "apre il Suo cuore al Padre" e racconta i Suoi desideri, le Sue fatiche, il cuore di un Figlio che si fida e può dire tutto… proprio tutto al Padre.
E noi ci ricorda Papa Francesco nel messaggio della quaresima 2015… siamo chiamati a chiedere e ad avere lo stesso cuore di Gesù : "rendi i nostri cuori simili al tuo". Avere "un cuore di misericordioso non significa avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore e aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell'amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà (e io aggiungo, che non ha paura delle proprie povertà, che non si scandalizza delle proprie povertà, perché anche quelle sono amate da Dio, perchè Dio ci ama totalmente, ama noi e non il bene che facciamo) e si spende per l'altro" (Papa Francesco, messaggio per la quaresima 2015).
Ritorniamo al Vangelo di Giovanni …
Gesù riaffida "i suoi" al Padre… "erano tuoi e li hai dati a me, e hanno osservato la tua parola" (Gv 17,7) e poi … "io prego per loro, non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi" (Gv 17, 9) … "Padre santo CONSERVALI nel tuo nome, che mi hai dato, affinchè siano uno come noi" (Gv 17, 11)… ABBIANO IN LORO LA MIA GIOIA IN PIENEZZA (Gv 17, 13) … "non ti chiedo che li tolga dal mondo, ma che "LI PRESERVI DAL MALIGNO"(Gv 17, 15), CONSACRALI nella verità (Gv 17,17)… e poi la fede del Figlio che al Padre può dire "voglio": "PADRE VOGLIO che anche quelli che tu mi hai dato siano con me, dove sono io, …" (Gv 17, 24)
Gesù lascia( rimane pregando per "i suoi" e non è un modo di dire!!!), … affidando al Padre quasi "si sposta" ma per fare loro posto, li vuole fare entrare nel cuore del Padre e vuole che "i suoi" sappiano che il suo "spostarsi", il suo "fare posto", non è una fuga, non è non amore, ma è un volto nuovo dell'amore, prima il volto dell'amore era "l'ombra della presenza di Dio con un timido e debole, anche se sembrava forte, ci sono" ora il volto dell'amore è : "guarda Lui, C'E' LUI chi ti ha creato voluto e amato vuole farsi conoscere", è fare conoscere direttamente il Padre.
Possiamo vivere la fatica del non vedere, del non sentire, nel non percepire la sicurezza, il calore di una presenza, questo ci stà, e lo sentiamo, ma faremo una scoperta ancora più grande… vedremo il Padre faccia a faccia, e poi vedremo anche Gesù li accanto che contempla la bellezza che "i suoi" sono amati dal Padre e hanno conosciuto il Padre, e cosa è più bello vedere che chi ami ha conosciuto pienamente l'amore dal Padre? L'amore che tutto ha creato e voluto all'esistenza!!!!
… allora lasciare, spostarsi, fare posto…
Lo faccio nella fede in Gesù che dice… "vedrai che nulla si perderà, se tu avrai confidato in me"… e confido in Te!!!
E quindi crescerà… lasciamo tutto per avere tutto e di più…
Nulla di ciò che è amato è perduto… e in Dio, lasciato a lui, anche la polvere (scusate ma qui l'esempio è lampante per me) che si può essere inserita… o la zizzania seminata dal maligno, verrà tolta e tutto sarà più più bello, più libero e più luminoso.
Lascio, mi sposto, per non perdere nulla di quello che ho avuto… e per averlo meglio… il paradosso della fede… allora… passiamo da questa porta stretta… sapendo che si aprirà in meglio… libertà nuove che crescono e danno respiri nuovi e più belli e più profondi, e sorrisi… impensabili e ancora impensabili e non visti… ma che stanno nascendo.
Attraversare "deserti avvolti di speranza"… e forse non è tanto un tagliare che mi viene chiesto, forse in verità l'ho fatto… ma il dire il MIO "eccomi sono totalmente e pienamente qui"
"Ti sei reso conto di dove sei?"... in cammino… e ho fatto un salto… e ho trovato il ponte… ci cammino sopra… anche se non lo vedo ;-) cercando di non guardare più a dove ero… ma con gli occhi fissi a dove sono!!!!

PS… ce la farò a parlarvi di quello che faccio in missione… un giorno ce la farò spero… ;-)

mercoledì 18 febbraio 2015

Che fioretto ha fatto Gesù?

E' quaresima anche in Africa, anche in Juba, anche nella mia
fraternità.. una quaresima diversa, qui le palme sono palme e non
olivi ;-)
Qui non c'è freddo… qui ci sono 40 gradi…
Una prima tentazione che ho avuto, quando si stava avvicinando la
quaresima è stata, ma qui tutto l'anno è quaresima, che cambia?
E poi se devo pensare ai fioretti… a che cosa rinuncio?
A mangiare carne? Be un po' la mangio e avrei fatto bene forse a non
mangiarla visto che qualche tenia mi ha visitato, ma tranquilli non
c'è più! Potrei rinunciare al vino… ma non lo abbiamo!!! Allora la
cioccolata.. non c'è!! Allora i dolci…non ci sono!!! Potrei spegnere
il riscaldamento… ed essere solidale con chi soffre il freddo… per me
questo in questa terra "calda" sarebbe Pasqua!!! Allora ecco..
internet.. potrei essere più sobrio, con un contratto di 15 MB al
giorno, quando hai ascoltato un messaggio vocale e hai visto 4 foto
che ti hanno inviato su whatsapp, quando hai aperto FB per vedere se
qualcuno compie gli anni e subito richiuso (noi uomini siamo così se
non ce le scriviamo non ci ricordiamo le date importanti… forse
qualcuno si, ma non lo conosco), quando hai aperto solamente la posta
elettronica i tuoi15 MB sono volati via senza accorgertene. Per
fortuna whatsapp, 4 KB a sms inviato e ricevuto… se non avevate un
contratto da 15 MB al giorno non lo avreste mai saputo… per quello
alcune volte non ho visto le foto o non rispondevo…
Scherzando ho detto mi sa che inizio a fumare e così per quaresima
smetto, beh, oramai è troppo tardi, la quaresima è iniziata e non ho
iniziato a fumare, quindi fioretto saltato ;-)
Solo una sottolineatura per chi rinuncia ai dolci… la quaresima non è
un periodo di "cura dimagrante".
Qualche anno fa durante una missione popolare avevamo fatto dei centri
di ascolto sulla parola di Dio e al termina di questo incontro
(eravamo in quaresima) la signora tutta contenta entra con una torta,
la taglia e inizia a passarla prima va dal frate, cioè da me, io ne
prendo uno fetta, e poi prosegue, sapete in quanti hanno mangiato la
torta? Eravamo circa30 persone, beh su 30 solo io ho mangiato la
torta, nemmeno la signora che l'ha preparata!!!! Gli altri, cioè
tutti: "scusa ma non posso ho fatto il fioretto, non mangio dolci
perchè è quaresima". E io ho pensato, e l'ho anche detto, ma non mi
hanno preso sul serio perché un fioretto è una rinuncia per Dio (e qui
non apro parentesi… sarebbero troppo lunghe…),ma mi sono chiesto era
più importante dire alla signora grazie del pensiero che ha avuto ed
accogliere il bene che ci aveva messo per fare la torta o essere
fedele al fioretto? Il "fioretto" dovrebbe essere un aiuto alla nostra
conversione e quindi ad essere liberi di amare sempre di più. Quindi
la domanda è per chi è stato fedele al fioretto:Sei cresciuto
nell'amore?" La mia risposta non la do perché l'ho già data e si è
capita ;-)
Quindi ritornando al problema… "che faccio per quaresima, che fioretto
faccio?" perché se non si fa il fioretto non si fa quaresima
ovviamente ;-), e poi qualche messaggio dall'Italia: "che cosa potrei
fare per quaresima, quale fioretto, quale rinuncia?"
E la domanda che mi è nata… ma se noi siamo discepoli…e dobbiamo guardare Gesù…
Che fioretto ha fatto Gesù?
Ma prima un passo indietro…
Perché Gesù vive prima di iniziare il suo ministero pubblico, prima di
"venire allo scoperto" questo tempo di tentazione continua? Dice il
vangelo di Marco che Gesù rimase nel deserto quaranta giorni, tentato
da Satana. Era con le fiere e gli angeli lo servivano.
Gesù vive le tentazioni perché lo vuole lo Spirito!!!!
Lo Spirito "spinge, getta" Gesù nel deserto!!!!
E' un tempo privilegiato… per Gesù… non perché soffre, ma perché è nel
piano di Dio.
Quante eresie con la parvenza di "vera e pura fede" diciamo… porta la
tua croce Gesù l'ha portata… beh segnati questa…: "non è detto che la
croce che porti venga da Dio e tu sia condannato\a a portarla, va
fatto un discernimento… se non viene da Dio la devi lasciare"… basta
con i "masochisti pseudocristiani collezzionatori\trici di croci". Se
invece è una Croce che viene da Dio… allora la dobbiamo portare CON
LUI, per quanto pesante possa essere, ci darà la forza… diceva un mio
professore di teologia e oggi vescovo, il dolore senza Dio sfigura,
con Dio trasfigura!!!
Dio in questo tempo benedetto della quaresima vuole dirci qualcosa…
vuole farci guardare a Lui!!!!
Lo Spirito "getta" Gesù nel deserto per dire Qualcosa a noi… ma
guardiamo a LUI!!!!
Allora non guardiamo al nostro deserto ora, guardiamo a quello di
Gesù, perché non è detto che il deserto che viviamo sia opera dello
Spirito. Il male e il dolore, le tentazioni che viviamo non è detto
che vengano dallo Spirito, (lo ridico perché qualcuno non ha creduto a
quello che ho detto poche righe sopra) non facciamo dire a Dio ciò che
non vuole dire… guardiamo a Gesù… e poi guarderemo a noi.
Mi piace la sottolineatura del vangelo di Marco, quella di Gesù è una
tentazione continua, come quei pensieri fissi, paure fisse, che ci
portiamo in testa e che bloccano il cammino, ma in questa tentazione
ci sono "le fiere" gli animali selvatici e… gli "angeli" che servono.
Ci sono le paure e le consolazioni… forse a dirci che dobbiamo
guardare a tutto, non solo ai rumori delle fiere ma anche alla
custodia degli angeli, non lo chiediamo forse anche nel Padre nostro:
"e non ci lasciare soli, non ci abbandonare nella tentazione"
La quaresima è un tempo di grazia perché guardiamo a Gesù e "puliremo
la nostra mente" per credere che Lui è il Signore della vita e che la
morte ha le ore contate, "puliremo i nostri occhi" per vedere il Suo
amore totale e per noi fino alla fine, "puliremo il nostro corpo"
perché l'unico nutrimento sarà Lui, cioè l'unico che ci da la vita.
Allora guardiamo a Lui per entrare nella nostra storia con la forza
della sua presenza.
E diventiamo discepoli…
Il Discepolo è chi segue… e Gesù in questo tempo percorrerà alcune
strade, che la Chiesa ci ha sintetizzato in preghiera, digiuno ed
elemosina… tre strade per convertirci…
"la preghiera"… Gesù sta con il padre, rimane con Lui, lotta col il
Male con la parola di Dio. Il Male prima usa la SFIDA …"se sei.." e
poi TOCCA LA FERITA PIU' PROFONDA, METTE IN DUBBIO L'AMORE DEL PADRE
PER LUI… "se sei figlio di Dio" tocca la ferita più profonda che
abbiamo, il nostro essere amati, voluti, desiderati, importanti per
qualcuno, ma prima lo Spirito aveva assicurato "questi è il mio figlio
l'amato, in lui ho posto il mio compiacimento". Sempre lo Spirito
previene… Dio ha già parlato… e TU RICORDA!!!! E non cadrai e non
rimarrai nella tentazione. La preghiera ci riporta nel cuore la parola
di Dio la sua presenza il suo sguardo, ci ricorda che siamo figli di
un Padre che non ci abbandona, la preghiera ci fa entrare nella
tentazione da vincitori.
"Il digiuno" … dopo quaranta giorni Gesù ebbe fame (cf Mt 4,2) Gesù
rimane a digiuno, il digiuno è rinunciare a qualcosa perché questo mi
permette di incontrare chi davvero mi da la vita… e quindi il centro
del digiuno non è rinunciare… ma INCONTRARE… i discepoli di Gesù
digiunano quando verrà tolto loro lo sposo. Il digiuno è una
relazione… rinuncio a … perché così ti posso incontrare… rinuncio a
dormire perché ti devo attendere, rinuncio a fare qualcosa, perché
devi venire a casa mia… rinuncio a…
"L'elemosina"… il dare la vità, ciò che Gesù ha sempre fatto, ha dato
la sua vita in ogni gesto che ha compiuto, ha dato vita a tutte le
persone che ha incontrato, ha dato la sua vita nel gesto estremo,
nella fiducia estrema nell'amore del Padre, nella croce: "Padre nelle
tue mani affido il mio spirito" (Lc 23,46), una via privilegiata è
quella di donare, perdere la propria vita, dona le cose, dona il
tempo… dona te stesso… e avrai un tesoro,la LIBERTA' DI AMARE!!!!!
Ci ha ricordato Papa Francesco "la vita si rafforza donandola e
s'indebolisce nell'isolamento e nell'agio Di fatto coloro che
sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la
riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli
altri" (Evangelii Gaudium,10)
Per convertirci…
Queste tre strade, sono strade, vie, sentieri… ma lo scopo è
convertirci… cambiare strada, convergere in Gesù, fino ad essere altri
Gesù, altre Maria. Essere discepoli e fare i gesti di Gesù con il
cuore di Gesù, sempre in un cammino, sempre con maggiore profondità.
La quaresima ci porta alla Pasqua, vivere da persone risorte, che non
hanno paura della morte, e che sanno che il Padre è fedele e ci farà
risorgere. La Pasqua ci dice che la tentazione "se sei figlio di Dio
di… fa…" è stata vinta dalla fiducia di Gesù nel Padre, fiducia che
rimane una porta aperta per noi, possiamo entrarci e percorrere tutto
il cammino guardando a Lui.
Ritornando alla domanda … che Fioretto ha fatto Gesù? Ora io so dare
la mia risposta… e ognuno dovrà dare la sua personale risposta… perché
ognuno ha la propria vita e in un luogo preciso… buon cammino di
quaresima… con gli occhi aperti fissi su Gesù… per seguirlo ovunque
Lui vada.
Nella foto vedete le ceneri che useremo questa sera… qui nella nostra
parrochia… sono venute nere anche le ceneri :-)

sabato 7 febbraio 2015

Nuove strade sterrate...

Pace! "Yukan"!
Ovviamente la seconda parola è nella lingua locale della tribù nella quale vivo.
La tribù si chiama "Bari" e non ha nulla a che vedere con la nostra
città italiana di Bari e la lingua men che meno. -Il Bari è una
"lingua nilotica", tradotto … complicatissima  !!!
Qui a Juba (città di un milione di abitanti, la tribùBari è la più
numerosa, qui siamo nella "Bari land", nella terra dei Bari anche se
sono presenti anche altre tribù, Dinka , Nuer, Mundari… ecc…
Tanti mi hanno chiesto, nell'ordine: "come stai? Che cosa mangi? Dove
vivi? Che tempo fa? Che cosa fai? Mandaci delle foto!!!!" … ecc… ecc…
Piano piano risponderò alle domande, e saranno risposte passate e
attraversate da ciò che vedo con i miei occhi e che sentono le mie
orecchie… risposte "incarnate". E dirò anche che cosa facciamo qui… ma
visto che lo sto scoprendo piano piano… risponderò piano piano ;-)
Alle prima domanda la risposta è breve e semplice: Sto bene!!"
Alla seconda: "che cosa mangi?" Rimando a quando avrò "materiale più
attraente" di solito piacciono i racconti del missionario che ha
mangiato scarafaggi, coccodrilli, scimmie, larve, cavallette, termiti,
formiche, scorpioni… serpenti… ecc… ecc… ecco, per ora non ho mangiato
nulla di tutto questo e nemmeno l'ho visto, quindi mamma puoi stare
tranquilla ;-)
La mia "dieta", ma mangio ogni giorno tre volte al giorno, ha come
base, fagioli e riso, a volte pasta, Chapati (che oramai sapete che
cosa sono, o se non lo sapete cercatelo su internet voi che potete…),
carne (capra e pollo così mi hanno detto (!?)), verdura, e frutta
locale; banane (il mio potassio è ok!!!!), mango, papaya, ananas… e…
basta.
Una dieta semplice, per fortuna mi piace riso e fagioli, altrimenti
sarebbe "complicato" stare qui… ma ne parleremo più avanti per ora
volevo solo tranquillizzare chi è preoccupato… MANGIO e se posso
aggiungere… il mio stomaco sta benissimo.
Invece avevo pensato di condividere un aspetto che qui subito salta
agli occhi… e poi al naso, all'udito, al tatto, al gusto… ecc… è la
DIVERSITA', diversità alla quale mi sono appena affacciato perché sono
qui da poco, ma qui in una terra lontana, le "ovvietà" nelle quali ho
vissuto in Italia, e che porto con me, sono più lampanti e balzano
agli occhi e nel cuore con una forza maggiore… come il ragù di capra
con i chiodi di garofano… un romagnolo capisce che risonanza può avere
avuto in me questa"nuova ricetta"…e non c'è bisogno di aggiungere
altro… se non che non era male !!!
Diceva qualcuno, che ognuno di noi ha una propria "valigia", qualcosa
che gli è stato dato in eredità in famiglia, dalle proprie esperienze,
conoscenze, ferite… ecc… ecc… che porta con sé e non sempre se ne
accorge… in missione questa "valigia" piena di "è ovvio, è così, é
sempre stato così… si fa così…ecc… ecc…" viene guardata e rovistata
molto molto spesso perché la realtà parla "un'altra lingua".
Per esempio se io vi chiedessi: "in Sud Sudan la guida è a destra o a
sinistra?" Che risposta dareste?
La risposta, che io darei aprendo la "mia valigia" sarebbe: si guida a
destra, poi, guardando le auto, tutto si complica, auto che si muovono
come formiche che hanno trovato del miele, che si agitano e si muovono
a destra e a sinistra velocemente, schivando pedoni e moto, o meglio
moto e pedoni che schivano auto, perché vince il più "grosso". Ma non
si guidava a destra?
Poi guardando un po' più in basso e cioè la "strada" (altro concetto
che meriterebbe una trattazione approfondita), quando uso la parola
"strada", giusto per capirci, non intendo qualcosa di asfaltato, con
un manto omogeneo, intendo solamente "un luogo sul quale transitano
dei veicoli", si capisce che la competenza richiesta ad un autista qui
non è quella di conoscere i segnali stradali, di sapere dove è il
freno, l'acceleratore, le frecce, ma quello di cercare di entrare
nelle buche "più attraversate", sì, entrare nelle buche, non se ne
parla nemmeno di scansare le buche sarebbe impossibile, perché ci sono
buche che in alcuni tratti diventano "rotaie", rotaie profonde anche
più di un metro.
Avete visto il video di Gazzè, Silvestri e Fabi, girato in Sud Sudan?
"Life is sweet"! Ecco lì c'è un assaggio di quello di cui parlo,ma li
è tutto bello, tir impantanati, persone che aiutano, sorrisi… poi se
vai con una jeep Toyota a celebrare la messa a 70 km da casa e magari
rimani bloccato fino al finestrino (cosa già successa ad un nostro
frate) che fai se non… aspetti, aspetti… aspetti che un camion passi e
ti aiuti…e un camion passa sempre… sul quando… dipende ;-)
Ecco un piccolo esempio di "diversità" ma mi piaceva condividerlo,
forse non è nemmeno il più affascinante, anzi non lo è… parleremo
altre volte delle incisioni che alcune tribù hanno… proprio per
riconoscersi… o per dire a chi appartengono e quindi di conseguenza
chi non sono… incisioni che qui in Sud Sudan negli anni passati e in
alcune parti anche oggi sono pericolose… perché: "se non sei dei
nostri… allora sei un nemico"… ma ne parleremo… piano piano…
Spero che il mio modo "ondoso" di scrivere non vi dia il mal di mare
;-) nel caso fermatevi e vedrete che passa tutto ;-)
La diversità è un dato di fatto… quanti di noi hanno sperimentato la
bellezza di sentirsi figli di Dio, unici e amati… ecco una prima
conseguenza pratica dell'essere unici è che siamo diversi,
oggettivamente diversi… qui lo si vede di più… per capire io qui sono
quello bianco,qui direbbero "Kawaja" e non è proprio un complimento.
Vengono i bambini si avvicinano, ti accarezzano le braccia… e
sicuramente pensano, che strano un uomo con i peli sulle braccia, sarà
una scimmia???
Siamo unici e diversi, tutti siamo diversi, oggettivamente diversi,
per storia, conoscenze, esperienza, sesso, capacità, carismi, doni,
paure, fragilità, cultura, abitudini… abbiamo "valigie diverse" che
portiamo con noi, e gli altri pure… valigie che consultiamo senza
nemmeno rendercene conto e che ci fanno leggere la realtà in un certo
modo che è un modo, il mio.
Già rendermi conto che ho dei filtri per leggere e capire la realtà è
un dono grande, filtri che sono necessari, ci servono delle
coordinate.. ma che non devono fare confondere la realtà con il
filtro… puoi vedere una stella con il cannocchiale… ma le stella non è
dentro il cannocchiale anche se l'hai vista lì dentro!!!!
Quello che abbiamo imparato nella nostra vita pur essendo importante
"va aggiornato" con la realtà, e con l'esperienza e con gli altri…
anche gli altri, ogni altro, è un dono per me nella sua diversità,
nella sua a volte "difficile diversità", difficile perché mi chiede di
cambiare, di togliere "l'ovvio" che è in me, di disarmarmi… quante
armature… che non ci fanno camminare… sarà per quello che Gesù
"spogliò, svuotò se stesso…"? (cf Fil 2,7)
Non perdiamo tempo a cercare di capire tutta la realtà e gli altri con
le nostre categorie che saranno sempre insufficienti, lasciamoci
stupire e anche "scandalizzare" un po'. Il mondo può essere anche
diverso dal "mio mondo" e direi… anche più bello… e sicuramente più
vario…
Se non usciamo dal "nostro mondo" fatto di attese che poi diventano
spesso pretese forse potremo addirittura vivere meglio, non avremmo
più la pressione alta e forse nemmeno ulcere gastriche… ma quanta
strada da fare su questo… almeno io.. anche se per ora la mia
pressione va bene e ulcere non ne ho!!!
Scendere dalla teoria, da ciò che so e che "dovrebbe essere secondo
me", a quello che vedo… al perché… dalla teoria della "guida a
sinistra", alle auto "schizzate" alla "condizione stradale".
Ah dimenticavo… "il perché" deve essere "abitato" da tanta tanta
pazienza… lo sapevo… ma me lo devo ridire e ripetere spesso… perché
apre la porta a una serie di innumerevoli altri perché che mi
stupiscono, a volte mi infastidiscono e che forse non capirò nemmeno
mai… ma posso incontrare gli altri anche se non li capisco… intanto
provo ad incontrarli e poi camminando insieme ci si capirà… forse…
e nell'attesa provo a non giudicare!!!!! Hai detto niente!!!!

Con la nostra valigia forse dovremmo "Percorrere nuove strade sterrate…"
strade che magari non vorrei percorrere e dalle quali non vorrei
passare… come quella magari del chiedere perdono a qualcuno…
Percorrere… percorrere, avere il coraggio di mettersi in cammino… la
vita è reale… e per camminare… è necessario camminare… frase ovvia… ma
chi non conosce persone che e un po' lo siamo… a volte che camminiamo
stando fermi… tipo Erode… vuole conoscere Gesù… ma non fa un passo per
andare ad incontrarlo… o magari leggendo anche un blog…
Fare passi significa fare scelte diverse, fuggire il male e fare il
bene… oppure confermare le scelte di bene fatte.. lasciare, perdere,
ritrovare… incontrare… insomma camminare… uscire dalle proprie
certezze… rovistare lapropria "valigia" e dire… ma questa cosa mi
serve… oppure oramai posso lasciarla l'ho portata per troppo tempo ed
era pure pesante!!! Il cammino è una scelta… mia!!!!
Strade nuove, se voglio continuare a vivere e camminare devo
percorrere strade nuove, la vita non è una scala mobile dove stai
fermo e ti porta lei… dove tu non sai… intanto non fai fatica… ti
gusti il panorama… ma nemmeno arrivi dove vuoi… e non conosci nemmeno
l'Autista…
Abbi il coraggio e la fede\fiducia di cambiare strada se la strada che
hai percorso fin'ora non ti ha portato a nulla… esci dalla rotonda e
metti la freccia…. Parla con l'Autista!!!!
Strade sterrate, forse un po'polverose, forse un po' meno sicure… ma a
volte sono le uniche che ti portano al bene che desideri… strade
belle, sicure, facili… non sempre e quasi mai… mai… hanno portato a
una vita piena… altrimenti chi ce lo farebbe fare a scegliere "strade
sterrate"? Sono strade sterrate, ma in compagnia… noi camminiamo con
chi ha già fatto questo cammino… chi "si è spogliato" "indifeso",
difeso solo dalla fiducia nel Padre!!!! Sono strade sterrate nelle
quali il nostro Autista ha già camminato… dobbiamo "solo" seguirlo!!!
Ma a questo punto sorge una domanda… ma ci sarà posto per tutti?
L'Autista ci farà entrare tutti?
Che cosa dice la "nostra valigia"?
Se guardiamo la nostra auto concreta e siamo noi a guidare…Il libretto
dell'auto dice 5 (almeno la nostra).
L'autista , se è il frate, dice: "l'importante è che siate tutti a sedere".
Le persone che vogliono essere caricate dicono: "quante ne vuoi (non
quante ne puoi) basta che ci sia posto per me" (l'alternativa infatti
sarebbe camminare per chilometri sotto il sole e quindi… caricami).
E se ti ferma la polizia? Non importa… qui controllano tutto ma se sei
anche in 15 tutto ok!!!! Basta saperlo!!!
Ma se l'autista è Dio… le cose cambiano… l'unico requisito è chiedere
di entrare e lasciare ciò che non è bene fuori… il posto c'è per
tutti!!!! E' un Autista che hagià percorso la strada… tutta la strada,
fino in fondo, fino alla fine (cf Gv 13,1). E' un autista che di
strade sterrate se ne intende… e non solo le ha percorse, ma ci ha
anche rassicurato… c'è posto per tutti ed è andato a prepararcelo … e
tutti staremo pure a sedere… ma allacciamoci le cinture…

Nella prima foto che ho allegato (se collegamento email-blog funziona
correttamente) potete riconoscermi, sono "quello bianco" insieme ad
alcuni (più di cinque!!!!) passeggeri, dopo avere celebrato la messa
in una stazione missionaria… la foto è un po' mossa… ora sapete il
perché ;-)
Nell'altra foto ecco una strada cittadina di pomeriggio… si può
intravedere un po' di polvere… visuale 50 metri…
Altre cose che imparato… allacciare subito la cintura di sicurezza e
farlo prima che l'auto parta… dopo sarebbe impossibile… perché? Venite
e vedete!!!! E se sei seduto dietro… allacciala ancora più
velocemente!!!!

mercoledì 28 gennaio 2015

E “scoppiò” la risata…

E “scoppiò” la risata… Joyce, la cuoca che ci aiuta per il pranzo… una risata fragorosa, che spesso si sente in casa, una risata che mette allegria perché è sempre accompagnata da un sorriso luminoso. Noi frati eravamo a tavola a mangiare e ad un tratto sentiamo una risata, la risata di Joyce, una risata che noi tutti conosciamo, ma siamo incuriositi, che sarà successo? Andiamo a vedere subito e la sorpresa… vediamo Joyce che ha acceso il fuoco e sta ultimando la cottura di alcune “chapati” (non se come si scrive e sicuramente non si scrive così… ma so come si mangiano e non è difficile ;-) ). La nostra cucina è molto semplice, un vecchio fornello russo con le bombole a metano a tre fuochi di cui ne funzionano solo due… e che era successo? Era finito il gas all’interno delle bombole della cucina! E Joyce si che ha fatto? Si è fatta una risata, ha trovato tre pietre in “giardino” ( un giorno vi farò vedere il “giardino” e ha acceso il fuoco… e ha continuato a cucinare, senza perdere tempo in chiacchiere, malumori accuse… senza se… se fossi stata più attenta, se i frati avessero controllato… se… se… Tutti se veri… ma che non avrebbero cotto le “chapati”. E mi ha fatto pensare alla facilità con cui ha risolto il problema, e quante volte invece ci può accadere di arenarci ai se… se avessi se lui, se lei… e la vita non cambia, non “cammina”, non “si cuoce”. Chissà se fosse successo a noi? Che cosa avremmo pensato? Che cosa avremmo detto? Che avremmo fatto? Alla fine avremmo mangiato? Per rassicuravi… noi abbiamo mangiato!!!! Grazie a Joyce Una risata, un sorriso e una soluzione trovata!!! Perché condividere questo con voi? Non per dirvi che mi piaccioni le\i “chapati” e nemmeno che abbiamo una brava cuoca che è pure simpatica. Ma perché questo fatto piccolo, possiamo dire, mi ha dato luce, su come superare le difficoltà. Tre parole che possono accompagnarci: una risata, un sorriso, e una soluzione. Una risata… La vita non è facile credo per nessuno, in alcuni momenti si, ma questi momenti non sono eterni, ognuno ha le proprie difficoltà. Anche temporanee. Farsi una risata non è essere superficiali, non è dire che tutto va bene, che non ci sono problemi, è forse iniziare a non prendersi troppo sul serio e riconoscere che le difficoltà che abbiamo le hanno avute anche altri, e le abbiamo noi, è accogliere la realtà così come è. Noi non siamo i primi e non saremo nemmeno gli ultimi ad avere problemi e i nostri problemi li hanno sicuramente avuti anche altre persone, ma sappiamo anche per esperienza personale, che la percezione dei problemi cambia quando li viviamo noi in prima persona, nella nostra carne. A me personalmente non mi hanno mai consolato le persone quando manifestavo i miei problemi e mi sono sentito rispondere :“beh non ti lamentare pensa a chi sta peggio!”. “Geni” così li abbiamo incontrati tutti e forse lo siamo stati anche noi, io credo di averlo detto qualche volta, ma poi mi sono pentito e credo di essermi anche confessato!!!! Quando sentivo questa risposta “geniale” non mi sentivo capito, avrei voluto dire: “non mi sto solo lamentando… sto dicendo che ho bisogno di aiuto.. forse lo sto dicendo male… ma ho bisogno” Pensare a chi sta peggio non mi toglie il mio male… rompiti una gamba e pensa a chi se ne è rotte due … ti passa il tuo male? Farsi una risata è riconoscere che pur essendo unici, e speciali, sbagliamo e le cose ci vanno storte anche a noi, anche se non ne abbiamo colpa, farsi una risata è rompere il circolo vizioso della lamentela… dell’accusa… del giudizio… del perché a me? Del se lui, se lei , se loro, se io… se Dio… Farsi una risata è accogliere la vita, la realtà, così come è. Farsi una risata quindi non è ridere in modo spensierato, ma accogliere la realtà, sapere dire: “è così!” Nelle prove dolorose sappiamo quanto è difficile dire: “è così!” Ieri siamo stati a portare un po’ di cibo a 300 persone, sfollate, o meglio scappate, perché il loro villaggio è stato bruciato, e quindi hanno perso tutto, proprio tutto. Vedere le donne che con gli occhi tristi e il sorriso sulle labbra mentre pulivano i fagioli che la provvidenza gli aveva portato, questo è accogliere la realtà, la realtà amara e dolorosa, accogliere non è dire che è bella, che è giusta, è accoglierla e vivere. Questa ultima condivisione era per sottolineare che la “risata” di cui parlo non è una risata superficiale, non è una risata semplice da fare, è una risata a volte amara, molto amara, ma che permette di accogliere la realtà e quindi diventa una possibilità per continuare il cammino… un sorriso… È il sorriso della speranza, è il sorriso che da forza nel cammino, che permette di continuare a portare il peso della realtà, di chi sa che c’è Qualcuno che si prende cura, Qualcuno che ascolta il grido del suo popolo, dei suoi figli. E’ il sorriso di chi si scopre e si sente figlio e di chi decide di vivere da figlio, fidandosi del Padre, che presto o tardi arriverà e con la certezza che arriverà. Abbiamo bisogno di un sorriso che accompagni i nostri passi, e questo sorriso che illumina è la presenza di Dio in noi che accompagna e illumina il cammino, perché il sorriso illumina, ci sono sorrisi che li puoi vedere solamente con gli occhiali da sole ;-) Il sorriso è anche il sostegno che alti ti danno… accogliere un sorriso è accogliere anche uno sguardo nuovo su di noi, chi ti sorride ti restituisce la dignità, ti mette in una storia di salvezza, in una storia che non fugge la realtà ma ti dice… guarda chi ha già vissuto quello che hai vissuto tu e ha superato il problema… ed è felice. Ci sono sorrisi e sorrisi… cerchiamo sorrisi che ci danno la vita. Conosco persone, e un po’ forse lo siamo tutti in alcuni momenti, che cercano sorrisi “tristi”: “ci sono passato anche io, so cosa provi…” sono sorrisi spenti, te ne accorgi subito, sono sorrisi non abitati da parole di speranza, sorrisi che hanno il retrogusto della tristezza, dopo un po’ ti lasciano l’amaro in bocca. Ci sono sorrisi “furtivi”, quei sorrisi di chi pensa di avere superato il dolore fuggendo, scappando, che ha trovato una via al dolore che ha vissuto nella vendetta, nel ora non mi interessa più niente.. ora faccio quello che mi pare… ma uno che scappa può fare quello che gli pare? O è condannato a scappare? Praticamente… non andare a farti consolare da chi ha vissuto il tuo stesso dolore e non ha la gioia… perché o ti porta nella tristezza o ti porta nella solitudine estrema…. Chi fugge purtroppo si ritrova SOLO. E poi ci sono sorrisi luminosi, con qualche ruga, che è il segno del dolore vissuto, “rughe” che col tempo diventano sorrisi permanenti, è il sorriso di chi ha attraversato la valle del dolore, di chi lì ha incontrato Qualcuno che camminava con lui, di chi non è fuggito dalla realtà, ma nella realtà ha trovato la possibilità di fare cose nuove, scelte nuove… e ha camminato e continua a camminare… sorrisi luminosi che continuano ad illuminare il sentiero della vita con la Luce della speranza.. che è PRESENZA DI QUALCUNO. Segui… sorrisi luminosi… … e una soluzione E troverai una soluzione, perché la vita è concreta, i problemi sono concreti e così le soluzioni. Scriveva qualcuno che serve la sapienza del contadino, una sapienza che è tanto diversa dalla sapienza dell’intellettuale. L’intellettuale può permettersi di dire: “mi sono sbagliato, la mia ipotesi e la mia teoria erano sbagliate”. Il contadino non può dirlo, perché se sbaglia non mangia (e anche questo qui in Sud Sudan è una amara realtà). La soluzione deve essere concreta per il problema che viviamo, per quel singolo problema. Il Sorriso ci permette di attraversare le fatiche e di trovare una soluzione, non le soluzioni a tutti i problemi, quello ci penseremo poi con calma, ma forse dobbiamo iniziare a risolvere un problema alla volta. Ci sono persone che per trovare “la soluzione perfetta”, la soluzione che risolve tutti i problemi, studiano una vita, e intanto… i problemi cambiano… La vita non ci aspetta, sia che siamo pronti, sia che non lo siamo le cose accadono. Una risata, un sorriso e una soluzione… Joyce ha fatto tutto questo in pochi secondi… forse la vita l’ha abituata a non perdersi in chiacchiere inutili… sarà fatta così… non lo so… ma se lo ha fatto lei… perché non possiamo farlo anche noi?